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    Dovreste sentire il peso di ogni melario, il peso di ogni telaino ricco di miele che passa per i nervi delle due dita che lo tengono in aria mentre si tenta di scrollare le ultime api appoggiate. Beh, si, molto faticoso, soprattutto quando si porta poi tutto il melario pieno di telaini carichi di miele in laboratorio, per poi passarlo alla centrifuga e per far uscire finalmente il miele da “imbarattolare”.

    Non potete capire che gioia quest’anno. Ancora non sappiamo di preciso la produzione, ma ci troviamo già di fronte ad un ottimo risultato, dopo lo scorso anno, con quel maggio gelido che rovinò tutte le fioriture. Quest’anno poi l’inizio non è stato dei migliori, con la partenza dell’inverno molto caldo, che fece preoccupare subito tutti per la primavera alle porte. Poi il Covid, che ha provocato seri problemi per spostarsi in apiario in piena stagione, per non parlare poi dei problemi economici. Sembrerà poca cosa, ma acquistare quest’anno i fogli cerei, i barattoli di vetro e la facelia… è stata dura. Tanto che la facelia l’ho dovuta rinviare. Poi ancora, il meteo pazzo. La fatica a seguire i giusti ritmi delle api e dell’apicoltura con i migliaia di impegni: la famiglia, il lavoro e tanti e tanti altri impegni… Insomma un gran casino!

    Ma ce l’abbiamo fatta. Abbiamo resistito e anche grazie all’aiuto di qualche amico insostituibile. Grazie Alessandro e Daniele. La prima smielatura di millefiori di questo fine settimana c’ha veramente premiato di tutti i sacrifici. Un’emozione unica. Una soddisfazione grande, tanto da emozionare. Un miele carico di profumi, polline e nettare, con tutti quei fiori tipici dell’area Prenestina e di Olevano Romano, che danno una carta d’identità chiara a questo millefiori 2020.

    Ci ritiriamo un po’ su di morale dopo il dramma della produzione dello scorso anno. Ma pochi sanno che lo scorso anno l’Apicoltura Prenestina ha ottenuto il suo primo grande successo. Ritirai subito i melari quando capìì che le api erano in crisi alimentare e così le feci caricare di miele in protezione per fare in modo da assicurare la loro sussistenza in inverno. E infatti dallo scorso inverno, abbiamo perso solo una famiglia (già purtroppo debole).

     

    E così, quest’anno, le graziose e tenaci aviatrici prenestine ci hanno premiato.

    Sogni per il futuro?
    Due!

    1. Tornare ad accogliere più persone e bambini possibili per far conoscere api e l’apicoltura.

    2. Costruire una squadra di persone che doni famiglie da far vivere e farle sciamare in natura nelle nostre zone. Ripopoliamo la nostra zona di api. Ne vale della nostra vita.
    Forza!

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