Storia
Apicoltura Prenestina
L’amore per la natura, in ogni sua forma sulla terra, mi ha portato giorno dopo giorno ad impegnarmi sempre di più nella costruzione di un rapporto che mi consentisse di viverla sempre meglio. Mi avvicino per la prima volta all’apicoltura, di ritorno da un pellegrinaggio. Nella strada di ritorno, mentre sostavo in un Convento Francescano conobbi questa meravigliosa arte. In seguito, mi documentai seguendo la mia curiosità su un mondo sconosciuto, fino ad arrivare a frequentare un lungo e entusiasmante corso di circa un anno. E così al termine degli studi, iniziai il mio cammino da apicoltore con le prime sei arnie.
In questi anni ho imparato a comprendere bene la relazione tra le api e l’uomo che risale a molti anni fa. Da alcune tracce di cera recuperati in diversi Continenti come in Europa, Medio Oriente e Africa, questa arte risale addirittura a circa 9 mila anni fa. Diversi disegni di Api e alveari sono stati recuperati in alcuni dipinti rupestri dell’Africa Subsahariana.
Tutta l’arte dell’apicoltura gira intorno al fantastico mondo dell’Ape. Il più industrioso degli insetti, il più attivo, laborioso, più combattivo e difensore della propria famiglia e della sua Regina. Una sorgente inesauribile di insegnamenti tanto da meritare all’ape di essere studiata anche solo per motivi sociali e morali.
Un insetto così piccolo ma così intelligente e forte che lavora, non solo per i suoi bisogni, ma sino a quanto può. Consuma il meno possibile e dona la vita a difesa della sua casa, delle sue provviste, delle sue sorelle, della sua famiglia e della sua regina.
Ci impollina i fiori così da rendere il mondo più bello e utile per noi essere umani. E poi si, fa anche il miele, il polline, il propoli, la pappa reale, la cera, il veleno d’api.
Così affascinato da tutta questa meraviglia che ho provato umilmente a costruire un impresa insieme alle mie Api. Campo di volo, fiori e piante posizionate sull’area dei Monti Prenestini in Provincia di Roma ed eccola qui che nasce l’Apicoltura Prenestina.
Un immenso grazie alle Api e se potete, regalategli nel vostro giardino delle piante mellifere e impegniamoci tutti per “Salvare le Api”.
Mentr’era per cantare i vostri doni
con alte rime, Virginette caste,
Vaghe Angelette dekke erbose rive,
Preso dal sonno, in fu’l spuntar dell’Alba
M’apparve un coro della vostra gente
E della lingua, onde dopo mill’anni,
E cinquecento, rinovar ti piace
E le nostre fatiche, e i nostri fluidi
Fuggi le rime, è l’ rimbombar sonoro.

Logo di Apicoltura Prenestina
Il Logo nasce dall’idea di unire l’apicoltura con la storia di Palestrina. Non a caso mi sono riferito al simbolo dell’antichità, l’Antica Praeneste, come simbolo dell’Area Prenestina che si trasforma in favo. L’idea è che le api riproducono con fierezza l’Antica Praeneste. Un pezzo di favo dell’Antica Praeneste, l’arduo lavoro delle api ceraiole in onore della storia di Palestrina e dell’importanza che ebbe su Roma e su tutta l’Italia centrale e del Mediterraneo. La ricostruzione in cera del luogo più sacro del Santuario della Dea Fortuna.
Un logo immerso nella storia
L’esedra orientale che accoglie il pozzo delle sortes, profondo sette metri. Fu qui, secondo il mito, che sarebbero state trovate le tavolette di legno con i responsi oracolari della Dea Fortuna. E sempre sotto questa esedra porticata, di cui le tre colonne con capitelli ionico – italici a quattro facce, si ergono ancora nel loro splendore le donne prenestine che aspettavano il loro turno per depositare l’offerta alla Dea madre di tutti gli dei e chiederle la buona salute per il nascituro.

